mercoledì 19 ottobre 2011

Vita da Ing./2 - L'abito non fa il monaco

Il secondo giorno di lavoro, alla fine della giornata, il mio capo mi chiama nel suo ufficio. "Allora, così ti vesti quando vai al mare. Vieni pure con i jeans, va bene, però mettiti almeno una camicia!". Evidentemente la polo non andava bene, e siccome "non sai chi puoi incontrare durante la tua giornata lavorativa", devo sempre farmi trovare minimamente elegante. E dire che io faccio 9 ore, a volte senza pausa, e le avrei fatte anche senza la camicia.

In questo senso, il mio capo è impeccabile: sempre in giacca e cravatta, e devo dire sempre delle belle cravatte. Rispetto ai suoi colleghi, sempre in completo scuro con camicia azzurra, lui ha un tono più serio e se vogliamo anche originale.

Oggi, dopo una mattinata intensa, il mio capo mi ha invitato a pranzare con lui. Durante il pranzo si è iniziato a ragionare sui risultati ottenuti alla mattina, per poi mettersi a parlare del più e del meno e della rovina del nostro Paese, su suggerimento (che non manca mai) del telegiornale. C'è stato anche un momento per parlare delle proprie origini: il mio capo vive a Milano, è nato a Milano da genitori milanesi. E 'sticazzi, avrei voluto dirgli.

Dopo il panino, torno in macchina con lui. Il capo gira la chiave e si accende la radio: "Benvenuti ad Un giorno da pecora!!!...". Il capo mi chiede se ascolto mai questo programma su Radio2, e io gli dico che quando mi capita lo ascolto, ma che ascolto più spesso Caterpillar quando torno a casa. E lui: "Si, anch'io ascolto Caterpillar, ma quello che preferisco è 610". E così, dopo una mattina a parlare di resine sintetiche, ci siamo trovati a ridere cercando di ricordare trailer cinematografici del calibro di "Non aprite quella torta". In fondo, non è così serio come sembra!

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