sabato 5 maggio 2012

La testa tra le nuvole

Sono le 15. Dopo una mattina densa di impegni, sto tornando a casa in macchina, pregustando un po' di relax, magari sul divano davanti alla TV. Mentre guido, mi suona il cellulare: mio padre, al quale avevo nascosto il mio rientro anticipato (di solito rientro dopo cena), mi comunica che devo lavorare. Chissà come mai quando torno a casa io c'è sempre un'emergenza per cui io devo lavorare, mah.

Arrivo a casa, mi infilo di corsa la divisa e salgo di nuovo in macchina per raggiungere i colleghi nella piazza del paese. Arrivo con pochi istanti di anticipo per svolgere il mio dovere. Nel corso del servizio, due colleghi lasciano il servizio, sostituiti da me e mio padre, e siccome i due colleghi rimanenti non hanno molta dimestichezza con la guida, mi tocca mettermi alla guida del furgone aziendale per il resto del servizio.

Tutto fila liscio ed alle 17 ritorno al capannone-"bottega"-casa in furgone con i colleghi. Siccome non ho propriamente pranzato, non vedo l'ora di salire in casa per mangiare qualcosa e riposarmi. Mia mamma è fuori a far la spesa, mia sorella non c'è, per cui posso abbuffarmi indisturbato, quindi riposarmi. Dentro di me, ho il piccolo rammarico di non poter scendere in cortile a mettere l'auto in garage (perché purtroppo se sono solo in casa non posso muovermi perché devo rispondere al telefono), ma me ne dimentico in una frazione di secondo.

Sono quasi le otto e mia mamma rientra in casa, facciamo due chiacchiere perché non ci siamo ancora visti, quindi lei si mette ai fornelli per cuocere gli anolini. Aspettando di cenare, penso di scendere in cortile a mettere la macchina in garage, per poi scaricare i bagagli che mi porto da Milano. Scendo, apro il garage, guardo e la macchina non c'è. In un primo momento, mi spavento, penso come sia possibile che mi abbiano rubato la macchina nel cortile di casa e penso a mio padre che mi dice di chiuderla sempre, anche in garage, perché ad un suo amico l'hanno proprio rubata in garage. Poi rifletto e inizio a darmi dell'idiota: l'ho lasciata in piazza!

Risalgo in casa, spiego a mia mamma che devo uscire e quando le spiego il perché scoppia in una fragorosa risata: "Io a 50 anni a volte mi dimentico la bicicletta, ma certo a 25 non mi sarei dimenticata la macchina!".

Esco e vado a piedi in paese, e riscopro il percorso che facevo ogni giorno per prendere il pullman per andare a scuola. Apprezzo la passeggiata anche perché è quasi il tramonto, la temperatura è ottima e non c'è vento. Così, con la testa tra le nuvole, arrivo velocemente in piazza e vengo catapultato sulla terra. "E' la tua la macchina?! Per fortuna, stavo per chiamare il carro attrezzi!". E' in programma un comizio in preparazione alle elezioni e c'è divieto di sosta dalle 20. Naturalmente io, che mi sono dimenticato la macchina in piazza, figuriamoci se avevo visto il divieto di sosta! Per fortuna sono le 20.10 e nel paesino si riesce a risolvere tutto con una mezza risata ed un amichevole augurio di buona serata.

1 commento:

  1. Ciao briborco che mio cuore come stai? Ti voglio sempre bene anche alla Cris naturalmente. ciao a presto Marisa

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