mercoledì 12 dicembre 2012

Vita da Ing./5 - Confermato!

Oggi è stato il mio primo giorno dopo aver superato, con esito positivo, il mio periodo di prova. Sarà il periodo non bellissimo, ma fino all'ultimo ero un po' sulle spine, ora finalmente sono tranquillo. Credo che ricorderò per molto tempo questo giorno...ma solo perché basta ricordare un numero solo! :-P

martedì 30 ottobre 2012

Vita da Ing./4 - Prestito con diritto di riscatto

Ho iniziato a lavorare circa un mese e mezzo fa. Pochi giorni dopo la mia assunzione ho fatto una scoperta incredibile: io lavoro presso un certo gruppo di lavoro (Ricerca e Sviluppo, da ora R&D), ma, siccome questo gruppo non aveva i soldi per assumermi, sono assunto presso un altro gruppo di lavoro, che si occupa di progettazione di prodotti per l'automobile (che chiamerò AUTO).

Il mio capo è dell'R&D, ma lo stipendio mi arriva dal gruppo AUTO.
Ho la mia scrivania agli uffici R&D, ma per avere il PC devo fare richiesta al gruppo AUTO.
Lavoro nella linea di produzione prototipi dell'R&D, ma per avere il camice per entrare in linea devo ottenere l'autorizzazione del gruppo AUTO, che i camici non sanno nemmeno da che parte si infilano.

In pratica, sono un lavoratore in prestito con diritto di riscatto.

sabato 15 settembre 2012

Vita da Ing./3 - Habemus!

A fine Maggio ho concluso uno stage formativo e mi sono trovato, per la prima volta, a cercare lavoro. Sì, perché il primissimo lavoro me lo aveva procurato il professore con cui ho fatto la tesi di laurea, mentre per lo stage ero stato contattato direttamente dall'azienda, che aveva visto in mio CV grazie al Politecnico. Ho deciso di cercare lavoro perché, nonostante la crisi, vedevo diverse opportunità e quindi la possibilità di trovare un lavoro più vicino alle mie aspirazioni.

A Giugno e Luglio ho fatto diversi colloqui e sono iniziati a piovere i rifiuti, anche con motivi assurdi, e con loro l'autostima iniziava a vacillare. Ho iniziato ad ampliare le ricerche e mi sono detto che entro Settembre volevo assolutamente trovare lavoro. 

A fine Luglio ho fatto 2 colloqui, peraltro per posizioni che mi sarebbero piaciute, il che era un mezzo miracolo. Poi, come spesso fanno le grandi aziende, sono stato richiamato per un secondo colloquio da entrambe ad inizio Agosto, con la promessa: "Le faremo sapere dopo Ferragosto".

Il 28 Agosto, circa un mese dopo l'inizio delle selezioni, non avevo ancora saputo nulla. Ho deciso di chiamare, perché anche se avessi avuto una brutta notizia, sarebbe stato meglio saperlo subito per buttarsi subito su altre proposte di lavoro. Un'azienda mi ha detto che avevano già scelto, e gli ho buttato giù il telefono in faccia, arrabbiato perché le aziende pretendono tutto da te ma loro ti trattano sempre a pesci in faccia.

La seconda azienda mi richiama alla fine della settimana, devo sostenere un terzo colloquio. Il giorno del colloquio scopro che hanno il dubbio tra me e un'altro, quindi volevano presentarmi ad un super-capo, che avrebbe preso la decisione. Ero tesissimo, la posta in gioco era molto alta: contratto a tempo indeterminato da subito, l'unica azienda che me lo ha proposto in mesi di ricerche. Dopo il colloquio non sapevo dove sbattere la testa: credevo, anche a causa degli insuccessi precedenti, di essere inadatto e quindi pensavo che avrei ricevuto un altro "no".

Nel giro di 24 ore mi hanno richiamato, e nel giro di una settimana mi hanno fatto firmare un contratto a tempo indeterminato, questo sconosciuto. Il calvario è finito! ;-)

PS: cosa da non sottovalutare. Il fatto che finalmente io abbia firmato un contratto significa anche che mi sono staccato completamente dal lavoro di mio padre, e questo è senza dubbio motivo di enorme soddisfazione. Adesso festeggio il primo weekend senza imprevisti, reperibilità e incazzature dell'ultimo minuto!

sabato 5 maggio 2012

La testa tra le nuvole

Sono le 15. Dopo una mattina densa di impegni, sto tornando a casa in macchina, pregustando un po' di relax, magari sul divano davanti alla TV. Mentre guido, mi suona il cellulare: mio padre, al quale avevo nascosto il mio rientro anticipato (di solito rientro dopo cena), mi comunica che devo lavorare. Chissà come mai quando torno a casa io c'è sempre un'emergenza per cui io devo lavorare, mah.

Arrivo a casa, mi infilo di corsa la divisa e salgo di nuovo in macchina per raggiungere i colleghi nella piazza del paese. Arrivo con pochi istanti di anticipo per svolgere il mio dovere. Nel corso del servizio, due colleghi lasciano il servizio, sostituiti da me e mio padre, e siccome i due colleghi rimanenti non hanno molta dimestichezza con la guida, mi tocca mettermi alla guida del furgone aziendale per il resto del servizio.

Tutto fila liscio ed alle 17 ritorno al capannone-"bottega"-casa in furgone con i colleghi. Siccome non ho propriamente pranzato, non vedo l'ora di salire in casa per mangiare qualcosa e riposarmi. Mia mamma è fuori a far la spesa, mia sorella non c'è, per cui posso abbuffarmi indisturbato, quindi riposarmi. Dentro di me, ho il piccolo rammarico di non poter scendere in cortile a mettere l'auto in garage (perché purtroppo se sono solo in casa non posso muovermi perché devo rispondere al telefono), ma me ne dimentico in una frazione di secondo.

Sono quasi le otto e mia mamma rientra in casa, facciamo due chiacchiere perché non ci siamo ancora visti, quindi lei si mette ai fornelli per cuocere gli anolini. Aspettando di cenare, penso di scendere in cortile a mettere la macchina in garage, per poi scaricare i bagagli che mi porto da Milano. Scendo, apro il garage, guardo e la macchina non c'è. In un primo momento, mi spavento, penso come sia possibile che mi abbiano rubato la macchina nel cortile di casa e penso a mio padre che mi dice di chiuderla sempre, anche in garage, perché ad un suo amico l'hanno proprio rubata in garage. Poi rifletto e inizio a darmi dell'idiota: l'ho lasciata in piazza!

Risalgo in casa, spiego a mia mamma che devo uscire e quando le spiego il perché scoppia in una fragorosa risata: "Io a 50 anni a volte mi dimentico la bicicletta, ma certo a 25 non mi sarei dimenticata la macchina!".

Esco e vado a piedi in paese, e riscopro il percorso che facevo ogni giorno per prendere il pullman per andare a scuola. Apprezzo la passeggiata anche perché è quasi il tramonto, la temperatura è ottima e non c'è vento. Così, con la testa tra le nuvole, arrivo velocemente in piazza e vengo catapultato sulla terra. "E' la tua la macchina?! Per fortuna, stavo per chiamare il carro attrezzi!". E' in programma un comizio in preparazione alle elezioni e c'è divieto di sosta dalle 20. Naturalmente io, che mi sono dimenticato la macchina in piazza, figuriamoci se avevo visto il divieto di sosta! Per fortuna sono le 20.10 e nel paesino si riesce a risolvere tutto con una mezza risata ed un amichevole augurio di buona serata.

lunedì 2 gennaio 2012

Primi sintomi della vecchiaia

Ci sono quegli amici che ti raccontano delle loro notti folli. Di quelle che torni alle 6 dopo aver fatto colazione nella panetteria appena aperta. Che stai sveglio, in giro con gli amici a vedere l'alba.
Noi ci abbiamo provato, la notte di Capodanno. Siamo stati a giocare con la Wii con i nostri amici fino alle 4:40 e poi a casa, erano le 6. Finalmente una notte da gggiovani.

Evidentemente non siamo abituati. Il giorno dopo i postumi erano non indifferenti: mal di testa, nausea, mal di pancia ma soprattutto quella strana sensazione di essere stati investiti da un tir durante la notte. Ci abbiamo messo una giornata a riprenderci. Un ottimo inizio 2012!

Forse siamo vecchi. O forse non siamo mai stati abbastanza giovani.

Buon 2012 a tutti, giovani, di mezza età e vecchi.
E soprattutto a chi è un po' e un po' e si gode la vita in ogni suo istante.

mercoledì 19 ottobre 2011

Vita da Ing./2 - L'abito non fa il monaco

Il secondo giorno di lavoro, alla fine della giornata, il mio capo mi chiama nel suo ufficio. "Allora, così ti vesti quando vai al mare. Vieni pure con i jeans, va bene, però mettiti almeno una camicia!". Evidentemente la polo non andava bene, e siccome "non sai chi puoi incontrare durante la tua giornata lavorativa", devo sempre farmi trovare minimamente elegante. E dire che io faccio 9 ore, a volte senza pausa, e le avrei fatte anche senza la camicia.

In questo senso, il mio capo è impeccabile: sempre in giacca e cravatta, e devo dire sempre delle belle cravatte. Rispetto ai suoi colleghi, sempre in completo scuro con camicia azzurra, lui ha un tono più serio e se vogliamo anche originale.

Oggi, dopo una mattinata intensa, il mio capo mi ha invitato a pranzare con lui. Durante il pranzo si è iniziato a ragionare sui risultati ottenuti alla mattina, per poi mettersi a parlare del più e del meno e della rovina del nostro Paese, su suggerimento (che non manca mai) del telegiornale. C'è stato anche un momento per parlare delle proprie origini: il mio capo vive a Milano, è nato a Milano da genitori milanesi. E 'sticazzi, avrei voluto dirgli.

Dopo il panino, torno in macchina con lui. Il capo gira la chiave e si accende la radio: "Benvenuti ad Un giorno da pecora!!!...". Il capo mi chiede se ascolto mai questo programma su Radio2, e io gli dico che quando mi capita lo ascolto, ma che ascolto più spesso Caterpillar quando torno a casa. E lui: "Si, anch'io ascolto Caterpillar, ma quello che preferisco è 610". E così, dopo una mattina a parlare di resine sintetiche, ci siamo trovati a ridere cercando di ricordare trailer cinematografici del calibro di "Non aprite quella torta". In fondo, non è così serio come sembra!

lunedì 17 ottobre 2011

Vita da Ing./1 - L'eterna lotta

Due settimane prima della laurea, il relatore della mia tesi di laurea mi convoca nel suo ufficio: pensavo a chissà quale problema dell'ultimo minuto per la tesi, non sarebbe stata una novità. Invece voleva propormi uno stage di 4 mesi in un'azienda con la quale collabora.

Due giorni dopo la laurea, ho iniziato la mia vita da Ing. nel settore di ricerca e sviluppo di un'industria del comasco. Devo dire che il primo impatto è andato oltre ogni mia più rosea aspettativa: il mio capo (una colonna dell'azienda, come direbbe lui) mi ha fatto assegnare una scrivania con il mio pc, le mie scarpe anti-infortunistiche, ma soprattutto i buoni pasto per la mensa aziendale ed il posto macchina.

Mi sembrava troppo bello per essere vero, e infatti dopo meno di una settimana di lavoro arriva il primo problema: il mio posteggio è occupato da un'altra macchina. Penso che sono l'ultimo arrivato e che forse quel posto non mi spetta nemmeno. Parcheggio in un posto per visitatori e faccio come se niente fosse.

Il giorno successivo arrivo e, di nuovo, la stessa macchina, ma stavolta pesco anche il possessore, che cerca di ripiegare una piantina. Lo fermo e gli dico che mi hanno detto che quello sarebbe il mio parcheggio riservato. Lui mi dice che non lo sapeva, che è 3 anni che lavora lì e che ha sempre parcheggiato lì. Dico che non c'è problema e saluto. In realtà voglio vederci chiaro e vado a parlare con il portinaio. Questo mi dice che in realtà ho ragione io: quello che mi ruba il posto non è un dipendente, ma è un esterno. Questo individuo viene in azienda per fare delle misure.

Il giorno seguente l'ho ritrovato al mio posto, e siccome perseverare è diabolico gli ho spiegato come stanno le cose. Perchè passi un Ing. più anziano di me, o qualcuno che lavora nell'azienda. Ma un architetto, per di più esterno, no!

martedì 11 ottobre 2011

Da Wog a Ing

Ing. in potenza (che si sa, l'Ing. gesticola a causa delle sue limitate capacità espressive).








Quasi-Ing. nell'inedito e quantomai improbabile ruolo di tallonatore.


Finalmente Ing., con la votazione di 110/110 con Lode (e bacio accademico).







Ing. al lavoro, performing "Everybody needs somebody to love".




PS: scusate il ritardo, ma, incredibile ma vero, qui c'è gente che 2 giorni dopo la laurea già aveva iniziato a lavorare.

sabato 8 ottobre 2011

giovedì 16 giugno 2011

Curiosità

Devo ammettere che mi spiace. Pensavo di non veder l'ora di uscire, di voler festeggiare, e invece vorrei rimanere per sapere qualcosa di più. Certo, gli esami sono una seccatura (infatti in questi giorni l'ultima cosa che vorrei fare è studiare!), però mi spiace lasciare i banchi di scuola.


Tuttavia, devo ringraziare il fato che mi ha regalato un'ultima lezione insolita, divertente, corredata da alcune citazioni che possono in qualche modo riassumere il percorso da poco concluso. Tra le tante, ho scelto questa:

It's a miracle that curiosity survives formal education! (A. Einstein)


E' stato difficile in questi anni, specialmente in quest'ultimo anno, dove molte delle mie certezze si sono sciolte come un gelato al sole. Per un mesetto credo di aver gettato la spugna. Da qualche tempo, grazie agli esami incombenti, ho ritrovato il piacere di fare ricerce, di conoscere cose nuove; anche se non vorrei lasciare l'università, sono felice di essere ancora curioso.

lunedì 30 maggio 2011

Estate milanese

Se me l'avessero detto cinque anni e sette mesi fa non ci avrei creduto.
Perchè all'inizio è tutto bello, i difetti sono nascosti dalla voglia di stare insieme e di conoscersi.


Da ieri siamo un po' più grandi, si lascia la casetta di mamma e papà (salvo il week end) e si fa il passo decisivo.


Peccato non avere un divano, non saprò dove mandarlo a dormire quando litigheremo (per colpa sua).

giovedì 19 maggio 2011

Buone Forchette - Agriturismo La Costa

Agriturismo La Costa - Località Castellotti, Sariano di Gropparello - Tel. 0523 858194


Ambiente: 8 l’Agriturismo La Costa è situato sulle ridenti colline piacentine, a pochi chilometri da interessanti mete turistiche, come il castello di Gropparello e Castell’Arquato. L’agriturismo è facile da raggiungere ed è dotato di ampio parcheggio. Per quel che riguarda l’interno, troverete un’atmosfera rustica e ospitale, tipica delle nostre case di campagna, impreziosita dal grande camino.

Servizio: 10 quando arriverete, Giorgio vi accompagnerà al tavolo e ogni tanto si fermerà a fare 4 chiacchiere con voi, più che un cameriere è un intrattenitore! Inoltre il pregio di questo agriturismo è che potete prendervi tutto il tempo che volete per mangiare: più che slow food, è un "calm food"!

Cucina: 10 Tipica piacentina, ma è la migliore che possiate trovare: dai salumi agli arrosti, dai primi al vino, non riesco a trovare eguali nell'intera provincia. Assolutamente inimitabili i tortelli burro e salvia. A stemperare il solito menu, un dolce sempre diverso: se sarete fortunati, potrete assaggiare la rovesciata di mele, una prelibatezza! Piccola precisazione: d'estate, il venerdì sera, solo chisolini (noti anche come "torta fritta" o "gnocco fritto"), da provare.

Prezzo: 10 sui 30 euro a persona, con possibile sconto se siete talmente sazi da non prendere il secondo; per quanto e come si mangia, il pasto è praticamente regalato. Unica avvertenza: è obbligatoria la prenotazione, ed è aperto il venerdì e sabato sera, domenica e festivi a pranzo. Diciamo che con 7 giorni d'anticipo andate sul sicuro; se volete un consiglio personale, l'ultima domenica del mese è più facile trovare posto.

Buon appetito!!!

domenica 8 maggio 2011

Sotto shock/2

(riprendo da un post scritto un annetto fa...)


Venerdì ho letto la Libertà, quotidiano di Piacenza, facendo passare ogni articolo delle sezioni riguardanti Piacenza e la sua provincia. In quest'ultima sezione vedo una foto che mi riporta all'incidente di quel giorno, allo schianto delle vetture, alle grida dei genitori di quei bambini.


Nell'incidente, provocato da un sorpasso spericolato di un cinquantenne, diverse vetture erano state coinvolte: su una di queste, due bambini riposavano sul sedile posteriore (senza la cintura, bisogna dirlo). L'urto li ha sbalzati fuori dal veicolo, ricordo i genitori che urlavano e che guardavano nel fiume, temendo il peggio, mentre fortunatamente (se così si può dire) i loro figli giacevano svenuti sull'asfalto. Ricordo anche quel disgraziato, che, sceso dalla macchina, ha anche tentato di avvicinarsi per scusarsi, prendendosi quattro schiaffi dalla madre disperata, poi trattenuta da altri automobilisti accorsi sul posto.


Venerdì la celere risposta della giustizia italiana: quelle quattro sberle rimarranno l'unica pena scontata dal pirata della strada, assolto perchè incapace di intendere (come si può leggere qui e qui). Vi lascio commentare, per poi condividere con voi il mio giudizio.

martedì 22 marzo 2011

Primavera

Le unghie rosa, con le margherite.
Il vestito gessato e le scarpe tacco 12.
Le calze nere velate.
Il trucco appena accennato.
I capelli corti, come mai visti prima.

Manca la lode, ma non importa. Avevo due obiettivi: laurearmi a marzo e laurearmi con lui. Ho ottenuto una soddisfazione in più perchè alla fine lui, il mio relatore, mi ha fatto i complimenti perchè "è stata molto brava".

Aria di primavera, aria di cambiamenti.

Ho finito.

mercoledì 16 marzo 2011

Da ignorante

Caro Silvio,
dato che le centrali nucleari sono sicure perchè non ne costruisci una proprio lì, ad Arcore sotto il tuo culetto dorato? E dimmi, continueresti a dormire sonni tranquilli?

(da perfetta ignorante in materia io no, non la vorrei sotto casa mia, non la vorrei nemmeno a 1000 km di distanza, vorrei che il mondo seguisse un'altra strada, quella giusta per una volta)

lunedì 14 marzo 2011

La Giovine Italia

"Riccardo, l'Italia ha battuto la Francia", mi ha detto sommessamente mio padre, svegliato dal suono dell'IPhone all'arrivare della notizia. In quel momento ho pensato a varie cose, da "è sveglio o sta dormendo?" a "non è possibile, sto sognando".
Grazie a La7, ho visto il primo tempo del match. Il resto l'ho appreso grazie a Internet il giorno dopo, dato che la radio dava la precedenza alla conferenza stampa di Allegri per Milan-Bari (gara di importanza internazionale e dalla quale dipendevano le sorti dell'umanità).
Sono contento per l'impresa storica della Nazionale di rugby. Quel che mi rende ancora più felice è che il successo è arrivato grazie alla meta del secondo giocatore che ammiro di più nella Nazionale italiana ed all'unico trequarti degno di questo nome che abbiamo, ovvero Andrea Masi. Naturalmente Masi non avrebbe mai segnato senza il sostegno di tutta la squadra, piena di giovani talenti come Semenzato, autore di quell'ultimo passaggio che troppe volte l'Italia ha sbagliato.
Passando attraverso questi giovani arriviamo al giocatore italiano che ammiro di più, ovvero Ivan Francescato, uno dei protagonisti della prima vittoria dell'Italia sulla Francia, nel 1997. Anche grazie a lui, ora l'Italia gioca nel Sei Nazioni. A lui è intitolata l'Accademia di Tirrenia, dove alcuni dei giovani oggi in Nazionale sono cresciuti. Purtroppo Francescato è scomparso prematuramente, per questo ci tengo a ricordarlo in occasione di questa importante vittoria.
Update: Andrea Masi miglior giocatore del Sei Nazioni 2011, la cigliegina sulla torta.

Un uomo, un perché

Dopo aver girato per l'Italia, anzi per il mondo, é tornato alla sua città natale, facendo di tutto per essa, dal volontariato nella Pubblica Assistenza all'aggiornamento della pagina dedicata di Wikipedia. Grazie alla sua conoscenza del territorio, è anche stato vivo promotore della rubrica "Just in Piacenza".

Da un paio di settimane, il suo contributo si è fatto ancora più consistente: si è candidato sindaco per il suo paese. Non sarà assolutamente facile, per questo voglio augurargli buona fortuna!

domenica 20 febbraio 2011

Non è un paese per scienziati

Atto Primo
Il prof. Balzani lavora nel campo delle nanotecnologie, in particolare ha avuto importanti risultati nella realizzazione di motori molecolari.
Nelle loro funzioni, i motori molecolari non sono diversi dai motori macroscopici: essi trasformano energia chimica (o luminosa) in energia meccanica, ovvero in movimento. L'unica differenza sta nelle dimensioni, che per il motore molecolare sono dell'ordine dei nanometri.
In parole povere, il motore prodotto da questi scienziati è costituito da due molecole: una lineare con due stopper agli estremi, ed una anulare infilata nella precedente. La molecola anulare non può sfilarsi da quella lineare per effetto degli stopper; illuminando il motore con la "luce giusta", si può promuovere il movimento dell'anello da una posizione di equilibrio ad un'altra. L'innovazione sta proprio nello stimolo luminoso: è semplice da produrre, può essere acceso e spento molto velocemente ed elimina il problema della rimozione dei sottoprodotti della reazione, come accade per motori nano- e macro-scopici che convertono energia chimica in meccanica.
Atto secondo
La scoperta ha riscosso molto successo, al punto che numerosi articoli del gruppo di ricerca bolognese vengono pubblicati su Nature, forse la rivista più prestigiosa in campo scientifico. In seguito la ricerca si è estesa a livello globale, facendo del prof. Balzani uno dei 100 chimici più citati al mondo.
Nessuno è profeta in patria, così mentre nel mondo spopolano i motori molecolari, la stampa italiana non sembra darci peso. Il professore ricorda solo due citazioni: prima un articolo del Sole 24 Ore, che non è certo un'autorevole rivista scientifica italiana; tuttavia questa prima citazione resta sempre migliore rispetto alla seconda, riportata su una rivista di automobili. Per chiudere la polemica, la rivista non era nemmeno la celebre Quattroruote, ma una rivista che faceva del proprio cavallo di battaglia in copertina un'intervista a Tiberio Timperi, che di macchine se n'intende.
Atto terzo
A volte la ricerca scientifica usa metafore ardite. Il meccanismo di funzionamento del motore molecolare si articola in 4 step: qui nasce il paragone con il motore a scoppio, e nell'articolo scientifico scappa un "motore a 4 tempi". E' così che l'articolo viene trascinato nella rivista per automobili, nelle mani del lettore sprovveduto.
Buongiorno professore, sono XY, anch'io ho studiato a Bologna tuttavia non ho mai saputo niente di chimica e tuttora non so nulla di chimica. Ho letto della sua ricerca riguardo i motori molecolari. Attualmente costruisco moto da corsa a KZ e vorrei chiederle una collaborazione per produrre i primi prototipi.
Potrete immaginare l'imbarazzo divertito del professore che legge la mail.
Potrete immaginare il disappunto del signor XY quando apprese che l'estensione del movimento del motore molecolare è di ben 0,7 nanometri, pari a 0,0000000007 metri.

mercoledì 26 gennaio 2011

Colpevoli

Ho avuto un maestro e 4 professori di italiano, più un professore di storia e filosofia. Poi una relatrice che ha corretto la tesi della triennale.

Tutte queste persone sono ignoranti, molto più di me. Finalmente un professore si è accorto che non so scrivere in italiano, evidentemente nessuno prima aveva avuto le capacità di accorgersi di questa grave pecca. Incapaci, loro come me. Forse potrei denunciarli, perchè non mi hanno insegnato niente.

7 persone mi hanno dato voti altissimi, sempre. Alla maturità 15 punti su 15 per il mio saggio breve, alla triennale 4 correzioni in 40 pagine. Queste 7 persone non dovrebbero più fare gli insegnanti.

7 contro 1. Non avete anche voi, come me, il dubbio che ci sia qualcosa di dannatamente strano in tutto questo?

Quei 7 mi hanno lasciato scrivere nel modo che volevo e quello che volevo.

Un giorno anch'io scriverò, come il signor 1 a 7, sul giornale XYZ. Scriverò di lui e dei 7 che mi hanno insegnato il rispetto, che mi hanno mostrato cosa significa essere insegnanti. Non avranno il suo nome e la sua fama, ma fanno bene il loro lavoro: ascoltano, correggono, guidano.
Se mancano queste caratteristiche forse non sei un buon professore, ma non sei nemmeno un professore. Sei solo uno che scrive su XYZ, un esperto nella tua materia, sei un nome.

Un giorno sarò qualcosa di più di un nome e scriverò di te, di come correggi le tesi, ma soprattutto di come tratti i tuoi studenti, delle idee che non possono avere, delle parole che non possono scrivere.

Siete un po' ignoranti anche voi se siete qui, c'è gente che sa scrivere da altre parti.